Domanda record per Btp a 7 e 30 anni, Tesoro raccoglie 164 miliardi di euro con soli 15 miliardi emessi
Il 9 gennaio 2024, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) italiano ha affidato a un gruppo internazionale di banche, tra cui Mps, Credit Agricole Investment Bank, Deutsche Bank, Goldman Sachs Bank Europe e J.P. Morgan, il compito di collocare in sindacato un’asta di titoli di Stato. L’asta prevedeva la vendita di un nuovo Btp a sette anni con scadenza febbraio 2031 e la riapertura di un Btp a 30 anni, con scadenza 1° ottobre 2053 e cedola 4,50% (ISIN IT0005534141), per un importo massimo di 5 miliardi di euro.
Alla fine dell’operazione, il Btp a 7 anni ha registrato una domanda superiore a 73 miliardi di euro, sebbene solo 10 miliardi di euro siano stati effettivamente collocati. Nel caso del Btp a 30 anni, sono stati collocati 5 miliardi di euro, ma l’entità della domanda è stata sorprendentemente elevata, superando i 91 miliardi di euro. Complessivamente, il Tesoro italiano ha raccolto ordini per oltre 164 miliardi di euro, mentre solo 15 miliardi di debito sono stati emessi sul mercato.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha successivamente annunciato che le aste di Btp a 7 anni e di Btp con scadenza superiore ai 10 anni, originariamente previste per l’11 gennaio 2024, non si terranno.
Nel dettaglio, l’emissione del Btp a 7 anni con scadenza 15 febbraio 2031 prevedeva una cedola semestrale a tasso fisso con uno spread di 6 punti base sopra il Btp novembre 2030, che al momento era quotato a 102,99 con un rendimento lordo del 3,48%.
Analogamente, l’emissione del Btp con scadenza 10 gennaio 2053 è stata chiusa con uno spread di 21 punti base sopra il rendimento del Btp settembre 2052, quest’ultimo quotato a 65 e con un rendimento, a scadenza, del 4,27%.