Nel corso del 2023, la parola che ha eco nei corridoi dell’alta finanza è senza dubbio “Intelligenza Artificiale”. Questa tecnologia, destinata a rivoluzionare il mondo, ha attirato l’attenzione di aziende di ogni dimensione, dal Nasdaq alle startup, tutte desiderose di partecipare a questa corsa. Il fenomeno è alimentato dalla cosiddetta Fomo (Fear-Of-Missing-Out), la paura di restare indietro, spingendo le imprese a cercare la loro posizione in questa nuova e tumultuosa industria.
Il 2023 ha visto una crescita straordinaria nel valore di mercato di aziende come Nvidia, che ha registrato un aumento del 240%, permettendole di entrare nel ristretto club delle società quotate sopra il trilione di dollari. Open AI, la startup dietro il potente software di Intelligenza Artificiale ChatGPT, ha catturato l’attenzione di investitori, con Microsoft che ha investito oltre 10 miliardi di dollari, portando la valutazione dell’azienda a 90 miliardi in un prossimo round di investimenti.
L’entusiasmo per l’Intelligenza Artificiale è giustificato dalle sue potenziali applicazioni in svariati settori, dall’hardware e chip ai software, dalla cybersicurezza alle applicazioni industriali. Tuttavia, con cifre così ingenti in gioco, c’è il rischio di una possibile bolla, anche se finora il mercato sembra premiare gli sforzi delle aziende.
I fondi e gli ETF dedicati all’Intelligenza Artificiale hanno registrato performance notevoli nel 2023, con un rendimento medio superiore al 41%. Anche su un orizzonte triennale, considerando il difficile anno 2022 per i titoli tech, la performance è del 6,3%, ma cresce al 103,4% su un orizzonte quinquennale, dimostrando che l’Intelligenza Artificiale è un megatrend di investimento da tempo.
Gli analisti di UBS hanno recentemente aumentato le stime di crescita dei ricavi per il settore dell’IA, ipotizzando un aumento del fatturato di 15 volte tra il 2022 e il 2027. La domanda più forte del previsto e la chiarezza nei piani di investimento aziendali sono i motivi di questo upgrade, secondo gli esperti di UBS.
Ora, la sfida per i gestori di fondi è individuare le società in grado di applicare l’Intelligenza Artificiale in settori al di là del tech tradizionale. L’IA è diventata pratica e trova applicazioni interessanti nella diagnostica sanitaria, nella prevenzione delle frodi e nell’analisi dei dati, segnando l’inizio della quinta rivoluzione industriale.
Settori al di fuori delle aspettative, come l’immobiliare e l’infrastruttura, potrebbero beneficiare dell’IA, secondo alcuni gestori. Anche nei servizi di comunicazione e nella cybersicurezza, l’IA sta guadagnando terreno. Le telecomunicazioni, ad esempio, potrebbero essere una via d’accesso vantaggiosa al megatrend dell’IA, mentre le aziende di sicurezza informatica, sfruttando progressi tecnologici, potrebbero ridurre i costi e espandere il loro mercato potenziale.
Infine, il trend emergente dei chip Asic personalizzati progettati per applicazioni specifiche di Intelligenza Artificiale è una novità interessante. Grandi player come Google stanno investendo in quest’area, con Tensor Processing Unit di quinta generazione che gestisce carichi di lavoro AI a una velocità notevolmente superiore rispetto alle CPU tradizionali. La corsa all’IA è appena cominciata, e l’evoluzione continua con soluzioni più efficienti e personalizzate.