Le banche nell’Eurozona stanno segnalando un ulteriore irrigidimento nella concessione di prestiti, con una prospettiva di restrizioni ancora più severe nel primo trimestre dell’anno in corso. Questo emerge dall’ultima indagine trimestrale sul credito bancario condotta dalla Banca Centrale Europea (BCE) tra l’8 dicembre e il 2 gennaio, coinvolgendo 157 istituti bancari.
L’indagine rivela che la quota netta delle banche che hanno riportato inasprimenti nei criteri di concessione di prestiti alle famiglie è stata del 2% per i mutui e dell’11% per il credito al consumo. Per quanto riguarda i prestiti alle imprese, la percentuale netta di banche che hanno applicato restrizioni aggiuntive è stata del 4%.
La BCE ha recentemente aumentato i tassi di interesse complessivi di 450 punti base, adottando contemporaneamente misure per ridurre le liquidità in eccesso nel sistema. Nell’ultima riunione di politica monetaria del 2023, la BCE ha mantenuto i tassi invariati, con il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,50%, il tasso sui depositi al 4% e il tasso sui prestiti marginali al 4,75%. La prossima decisione di politica monetaria è attesa per il 25 gennaio, e attualmente non sono previsti ribassi, secondo gli analisti, che stimano possibili regolazioni solo nell’estate.
Un rapporto speciale della BCE pubblicato oggi ha indicato che il 90% delle banche nell’area euro è esposto a “elevati rischi” legati alle politiche dell’Unione Europea sulla transizione energetica. Il settore bancario mostra un notevole scostamento dagli obiettivi di decarbonizzazione, e la BCE ha sottolineato l’importanza per le banche di identificare, misurare e gestire i rischi di transizione climatica in modo simile agli altri rischi. Frank Elderson, membro del Comitato esecutivo della BCE e vicepresidente della vigilanza bancaria, ha evidenziato la cruciale necessità di affrontare tali rischi.