Il recente incontro del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (BCE) ha fornito indicazioni chiare sul prossimo taglio dei tassi di interesse dello 0,25%, previsto per aprile o più probabilmente a giugno. La tempistica della riduzione è ormai stabilita, mentre l’attenzione si sposta sul ritmo di tali riduzioni. L’obiettivo è raggiungere il livello neutrale dei tassi entro l’anno successivo, quello che non accelera né rallenta l’economia. Attualmente, i tassi di interesse sui depositi bancari, particolarmente significativi per i mercati, si attestano al 4%, risultato di una politica monetaria restrittiva che ha visto un aumento dai -0,5% al livello attuale tra luglio 2022 e settembre 2023.
Dopo un periodo di stasi, è in procinto di iniziare un ciclo di tagli dei tassi. Tuttavia, l’entità di tali tagli rimane oggetto di speculazione. Gli analisti prevedono in media quattro riduzioni quest’anno, portando i tassi al 3%, con una stima finale intorno al 2,25% verso la metà o la fine del 2025. Tuttavia, la BCE potrebbe accelerare il ritmo se la crescita economica si dimostrasse più debole del previsto e l’inflazione scendesse al di sotto del 2%, come temono alcuni analisti. Anche dopo i tagli iniziali, i tassi rimarranno in territorio restrittivo, continuando a frenare la crescita nell’Eurozona. La priorità principale della BCE, come affermato dal governatore francese François Villeroy de Galhau, è il ritmo e il punto di arrivo dei tagli dei tassi.
La principale incertezza nell’outlook economico riguarda i salari dei lavoratori e i profitti delle imprese, soprattutto per coloro che sono più cauti nel prevedere una discesa dell’inflazione. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha indicato giugno come mese per il taglio dei tassi poiché in quel periodo saranno disponibili importanti dati sull’andamento dei salari, dei servizi e dell’inflazione interna. Tuttavia, la recente riduzione dell’indice dei prezzi al consumo, passato dal 10,6% nell’ottobre 2022 al 2,6% nel febbraio 2024, ha alleviato alcune preoccupazioni.
L’andamento dei salari nell’Eurozona ha registrato un aumento del 4,6% nel quarto trimestre del 2023, ma con un calo rispetto alle previsioni dal 5,1% del trimestre precedente. Anche i dati sui salari negoziati hanno segnalato un rallentamento. Tuttavia, ci sono segnali di moderazione nell’aumento degli stipendi e i profitti delle imprese stanno assorbendo parte di questo aumento dei costi del lavoro.
Gli utili delle imprese diventeranno un fattore chiave per la discesa dei tassi nei prossimi mesi. I dati recenti indicano un minor impatto dei profitti sulle dinamiche inflazionistiche, con un conseguente rallentamento dell’inflazione del deflatore del PIL.
La discussione all’interno della BCE riguarda il ritmo e l’entità dei tagli dei tassi. Alcuni membri del consiglio hanno suggerito quattro tagli quest’anno, mentre altri prevedono almeno tre riduzioni. Le previsioni di mercato oscillano, con alcune istituzioni finanziarie che anticipano fino a cinque riduzioni dei tassi nel corso dell’anno. Tuttavia, Lagarde ha espresso cautela nel delineare un preciso percorso per i tagli, indicando che il livello neutrale dei tassi sarà definito in base ai dati e alle proiezioni sull’inflazione.
In conclusione, mentre la BCE si prepara per i tagli dei tassi al fine di stimolare l’economia dell’Eurozona, resta da vedere quale sarà il ritmo e il punto di arrivo di tali misure, considerando sia i dati economici che le proiezioni sull’inflazione.