Unicredit, sotto la guida di Andrea Orcel, ha deciso di cedere la sua quota del 4,99% in Webuild, società attiva nel settore delle costruzioni. L’operazione è avvenuta tramite un processo di accelerated book building (ABB), con la banca che ha venduto 50,9 milioni di azioni del gruppo a un prezzo di 2,2 euro per azione, per un totale di circa 112 milioni di euro. Questo prezzo rappresenta uno sconto dell’8,9% rispetto alla chiusura del 21 marzo, fissata a 2,416 euro per azione.
La vendita della quota del 4,99% a uno sconto dell’8,9% ha avuto un impatto negativo sul titolo di Webuild, che è sceso del 5,96% a 2,272 euro sulla Borsa italiana. L’azione di risparmio è stata temporaneamente sospesa a causa di una forte diminuzione del valore, ma è stata poi riammessa, pur registrando una perdita del 4,55% a 10,5 euro. Questa mossa segna l’uscita di Unicredit dal capitale di Webuild, iniziata nel 2019 durante l’aumento di capitale legato al Progetto Italia, quando Unicredit ha acquistato le azioni a un prezzo di 1,5 euro per azione. Questo aumento di capitale ha portato all’acquisizione di Astaldi da parte di Webuild, come ricorda Equita. Nel frattempo, il valore delle azioni ordinarie di Webuild è aumentato del 31,5% negli ultimi tre mesi.
Gli analisti ritengono che la vendita della quota da parte di Unicredit sia una mossa strategica per razionalizzare le partecipazioni. Nonostante la prevista debolezza nel breve termine, alcuni analisti considerano questa situazione un’opportunità di acquisto. Equita ha confermato il suo consiglio d’acquisto (buy) con un target price di 3 euro, mentre Mediobanca Research ha mantenuto un giudizio outperform, con lo stesso target price di 3 euro. Attualmente, secondo il consenso di Bloomberg, ci sono 5 rating buy, 1 hold e 1 sell su Webuild, con un prezzo obiettivo medio di 2,97 euro, il che implica un potenziale margine di apprezzamento del 22% rispetto alla quotazione attuale.
La struttura azionaria di Webuild vede Salini come il maggior azionista, con una quota del 39,7%, seguito da Cdp Equity con il 16,5%, entrambi legati da un patto parasociale rinnovato fino al 28 febbraio 2027. Intesa Sanpaolo detiene anche una partecipazione significativa, con 47 milioni di azioni, pari al 4,62% di Webuild. Le quote possedute da Unicredit e Intesa Sanpaolo in Webuild derivano da precedenti crediti nei confronti di Astaldi, società che è stata successivamente integrata in Webuild.