Il trevigiano Alessandro Fassina, ex pilota e campione del mondo di Rally, è presidente della società Isotta Fraschini Milano Fabbrica Automobili e ci racconta come è nato il rilancio di IF e quali sono le future ambizioni di questa prestigiosa azienda che è diventata l’auto di grandi personalità da Gabriele D’Annunzio, a Benito Mussolini senza contare l’esemplare donato a Papa Pio IX dal Regio Automobile club.
L’iniziativa è nata dalla visione di una “cordata” di imprenditori tutti accomunati dal desiderio di mettersi in discussione e mettersi in gioco in un progetto tanto ambizioso quanto blasonato. Qui è praticamente tutto Made in Italy, telaio, freni, sospensioni e soprattutto il “cuore”, cioè il motore. Insomma, è tutto di Isotta Fraschini compresa la proprietà “intellettuale” dell’intero prodotto. Chi l’avrebbe mai detto che qualche lungimirante investitore si sarebbe preso la briga di far rinascere questa casa automobilistica che fu Isotta Fraschini dal 1900 fin dai suoi esordi, dove fiumi di inchiostro sono stati versati, per questo brand che risulta a pieno titolo nell’olimpo dei grandi brand mondiali di tutti i tempi e soprattutto la sua visione di futuro.
Alessandro Fassina, ex pilota e presidente della società Isotta Fraschini Automobili Milano, cosa ha spinto un imprenditore molto impegnato nel mondo automotive ad imbarcarsi in un progetto così impegnativo?
“Mi ritengo una persona molto impegnata ma su cose molto tradizionali. Lo stimolo è stato quello di andarmi ad interessare di argomenti completamente nuovi, come la parte industriale della macchina insieme ad altre valutazioni legate al progetto, questo è stato molto stimolante e mi ha attratto enormemente”.
Da chi è venuta l’idea del rilancio di un brand come IF inattiva dal 1949?
“L’idea del rilancio di IF non è partita da me, ma sono salito a bordo pochi mesi fa avvicinato dagli altri investitori, che a loro volta avevano già iniziato tempo addietro nella trattativa di acquisizione del brand. Sono stato coinvolto con piacere ho fatto delle veloci riflessioni fiutando quello che poteva essere lo sviluppo di un progetto così ambizioso e ora sono qui”.
Quale sarà il futuro?
“Nel nostro business plan abbiamo già in programma una Hypercar stradale con tutte le omologazioni. Come avrete già letto, la prima macchina sarà consegnata nel 2026. Abbiamo in mente poi di fare una GT che ad oggi non è inserita in nessun programma di costi ricavi. Stiamo facendo delle valutazioni e più di qualcuno del nostro Board vorrebbe realizzarla. Al momento però non esiste niente di più.
Avete pensato a sviluppare un motore endotermico anche unito all’elettrico?
“In questo momento non abbiamo in mente di sposare una visione che sia soltanto elettrica. La nostra visione potrebbe essere termica-Ibrida, o anche solo termica ma comunque nel rispetto del regolamento. La nostra vocazione oggi è di avere una macchina endotermica”.
Quale è stato il maggior ostacolo per la messa a punto della IF?
“Per fortuna non ci sono stati ostacoli particolari. A dire il vero soltanto per le omologazioni che fortunatamente toccano solo aspetti burocratici e non di sostanza meccanica. Come saprete ci sono diverse omologazioni in quanto questo tipo di auto non sono Go Kart evoluti ma delle vere e proprie automobili a tutti gli effetti”.
La sfida dei prossimi mesi quale sarà?
“Sarà quella di riuscire a trasmettere ai nostri potenziali clienti il perché Isotta Fraschini è diversa dalle altre Hypercar, mostrando loro quanto sarà veloce in pista e quanto lo sarà altrettanto in strada. E per veloce non intendo solo prestazionale nell’accelerazione bruciante, ma in frenata in curva regalando ai futuri clienti emozioni derivate non solo dal sound spaventoso, anche perché tutte le Hypercar lo sono già, ma tutto un insieme di caratteristiche che coinvolgano a 360 gradi chi starà seduto al volante della nostra IF”.
Si parla anche della presenza di IF nel circo delle competizioni…
“E’ ancora tutto in alto mare ma stiamo accarezzando il sogno di correre quest’anno a Le Mans”.
di Giampaolo Zorzo