La spesa pubblica in Italia è oggetto di attenzione per le sue ripercussioni sul bilancio. Nel prossimo anno, l’ammontare totale della spesa raggiungerà i 97 miliardi di euro, un valore significativo che mette in evidenza alcune sfide cruciali. In particolare, il 11,2% di queste risorse è destinato agli interessi sul debito pubblico, superando così la percentuale stanziata per istruzione e sanità, che si attesta all’18%, e la previdenza e le politiche di sostegno, che rappresentano il 25,5% del bilancio.
Un aspetto che suscita preoccupazione è l’aumento del costo degli interessi sul debito pubblico, che ammonta a 100 miliardi di euro. Tale cifra supera persino i fondi destinati all’istruzione, ponendo l’attenzione sul tema del caro-interessi. Questa situazione è stata enfatizzata da Francesco Profumo, presidente dell’Associazione delle Fondazioni di Origine Bancaria (Acri).
Inoltre, l’extradeficit necessario per finanziare la manovra di bilancio avrà un costo notevole per l’Italia nei prossimi dieci anni. Gli interessi sul debito, che partiranno da 291 milioni di euro nel 2024, aumenteranno progressivamente fino a raggiungere 891 milioni nel 2033. A partire dal 2034, tenendo conto degli effetti sull’indebitamento netto, si stima che questi interessi annuali saliranno a 940 milioni. Il costo dell’extradeficit è descritto nella relazione tecnica allegata al disegno di legge di Bilancio trasmesso al Senato.
Questi dati influenzano notevolmente l’ammontare complessivo dei pagamenti per il debito, che ormai si aggira intorno ai 100 miliardi di euro, superando la spesa per l’istruzione e avvicinandosi alla spesa sociale. Questa situazione è stata evidenziata da Francesco Profumo e ha attirato l’attenzione del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha sottolineato come tali interessi assorbano risorse che potrebbero essere utilizzate per altri scopi.
La politica monetaria restrittiva adottata dalla Banca Centrale Europea (BCE) ha contribuito a questa situazione, sottraendo 14-15 miliardi di euro che avrebbero potuto essere destinati ad altre misure. Questi numeri vengono citati sia dal Ministero dell’Economia sia dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per illustrare alle forze politiche che sostengono il governo la scarsità di risorse disponibili. La priorità è stata data al taglio del cuneo fiscale e alla riduzione delle aliquote Irpef, e quindi la manovra di bilancio deve superare il dibattito parlamentare senza emendamenti che ne compromettano l’equilibrio.
In sintesi, la spesa pubblica in Italia è dominata dagli interessi sul debito pubblico, il cui costo è in crescita, mettendo a dura prova le risorse disponibili per altri settori chiave come l’istruzione e la sanità. La discussione in Parlamento sulla manovra di bilancio sarà cruciale per garantire la stabilità del bilancio pubblico.
di Nicoletta Bortolozzo